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VODKA COLA

CHARLES LEVINSON - VODKA COLA
(Vallecchi - Febbraio 1978 - 340pp.)

















Il saggio Vodka Cola del sindacalista Charles Levinson (1920-1997), edito in Italia da Vallecchi nel 1978, indaga sulle interessate complicità tra i blocchi sovietici e americani, in apparenza avversari ma nei fatti alleati per mantere lo status quo. Levinson, dati alla mano, ripercorre gli episodi di cooperazione tra USA ed URSS, elenca gli interessi finanziari - anche italiani (un capitolo è dedicato ai rapporti Agnelli-PCI) e dimostra come la distensione fosse il risultato non dell'impegno della politica ma di una rete fittissima di rapporti economici. Vodka Cola delinea un sinistro scenario in cui Commissioni Trilaterali, lobbies finanziarie ed elites politiche tessono trame oscure e inconfessabili.

Traduzione: Antonella Marazzi.

Formato 22,5x15 cm.

2 commenti:

  1. Che vi sia stato un interesse comune a mantenere lo status quo è plausibile, e molto probabilmente vero, ma c'è chi va molto oltre e sostiene che ci sia il solito piano sionista millenario per il dominio del mondo, nonché la stessa storia e accadimenti geopolitici ed economici del mondo siano stati "programmati" addirittura per millenni. Questa teoria dell'oscuro complotto giudaico-massonico è totalmente fantascientifica ed essa stessa oscurantista. Addirittura lo stesso crollo dell'Unione Sovietica sarebbe stato programmato per passare alla fase finale di dominio del mondo, successiva a quella dei due blocchi delle due superpotenze: la cosiddetta globalizzazione, con la mèta della moneta unica mondiale e lo stato unico mondiale, ecc. Ma ti pare che 2000 anni fa un ebreo e chi per lui (un discendente del faraone eretico ed altre amenità), avrebbe mai potuto immaginare cosa sarebbe successo dopo tanto tempo, e si sarebbe già preparato allora per creare un impero mondiale? Pura fantascienza. A questo punto dovremmo pure credere a David Icke quando dice che i lucertoloni extraterrestri camuffati da terrestri sono al vertice della cupola segreta. Per fortuna la validità del contenuto di questo libro prescinde da tutte queste amenità esoteriche.

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  2. Last but not least, ha ultimato il testo 68’, Magie, Veleni & Incantesimi Spa. Del Potere Oscuro e la Rivoluzione del ‘68 , sui lati opachi del movimento sessantottino.
    Sfilano qui, in questo testo, serrati, uno accanto all’altro, come in un cinemascope d’altri tempi, veri e propri assi di briscola come Adorno, Abbie Hoffman, Alain Danielou, Althusser, Anna Freud, Agnelli, Antoine Bernheim, Benjamin, Aurelio Peccei, Carl Schmitt, Crowley, la premiata ditta C.I.A., Calasso, Combriccole dell’Alta Finanza, Culianu, D.A.F. De Sade, David Cooper, Freud, Foucault, Guy Debord, Gregory Bateson, Giordano Bruno, gangsterismo, Horkheimer, Henry Luce, Ian Fleming, Isherwood, il Tavistock, i robber barons americani fomentatori delle Guerre dell’Oppio per portare la civiltà occidentale – tanti Oriana Fallaci ante litteram - ai “selvaggi” distanti da “Il Secolo Americano”, James Bond, Jacob Taubes, James Hillman, Jerry Rubin, Jung, Kennedy, Leo Strauss, la Sandoz, lo spettacolo della “rivoluzione” (telecomandata), l’LSD, Marylin Monroe, Marcuse, Mircea Eliade, malavita, Margaret Mead, Michel David-Weill, Nietzsche, Rockefeller, Ronald Stark, stupefacenti a fiumi, servizi segreti a gò-gò, Thomas Mann, Timothy Leary, Vaneigem, Wystan H. Auden, Zolla, ed altri, in una sequela da Circo Barnum, insomma tutti gli “eroi” cangianti di una delle più grandi magie che la storia contemporanea possa ricordare: il Sessantotto.
    Squadernati in un affresco d’assieme, ecco comparire tutti gli incantesimi e i veleni mortali che non sono per nulla d’antan, ma viceversa, rappresentano la tragica realtà vivente al giorno d’oggi.
    Basandosi su testi inediti in Italia e poco o niente discussi, connessi in una fitta quanto inusuale trama, si mostra il cui prodest del ’68 venendo a cadere la foglia di fico che ha sempre visto tale accadimento come spontaneo ed indice di libertà, essendo vero il perfetto contrario.
    Il testo getta luce sul movimento della Controcultura con intenti nuovi, che si prefiggono di cogliere non tanto il plot dell’azione, e le scene culmini, quanto i registi ed i produttori dello show.

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