Istruzioni per l'uso e guida ai suoi segreti
(Arcana Editrice - Situazioni 34 - Novembre 1978 - 160pp.)
La Musica Pop, uno dei più bei libri di Riccardo Bertoncelli, è una raccolta di brevi saggi e racconti, un repertorio di provocazioni, falsi, scavi archeologici e ritratti impertinenti, ben lontani dalla condiscendenza che di solito i giornalisti rock (o "pop", come si diceva allora) riservavano ai "mostri sacri". Protagonisti principali: un'intervista "impossibile" a Dylan, la riunione dei Beatles, la recensione di un falso LP di Crosby Stills Nash & Young che causò scompiglio tra gli addetti ai lavori, Zappa, Pink Floyd, Eno, i primi anni degli Who e alcuni nomi per "iniziati"; tra questi, John Fahey e Penguin Café Orchestra, allora pressochè sconosciuti nel nostro paese.
Sommario:
Ritratti di potenti: (da Gong 1976-1977, tranne "Ultimi giorni di Liverpool")
Ultimi giorni di Liverpool
Rolling Stones: Le diable, probablement
Jimi Hendrix: Il fallo suonante
Crosby Stills Nash and Young: Quattro pezzi facili
Il paese di cuccagna:
Per un'araldica del pop: gli "alberi" di Pete Frame
Una discografia puntigliosa: i primi Who
Jim Morrison: Omaggio al Re Lucertola (da Gong 1976, riveduto)
Fugs diecianni dopo: Arte degli avanzi
Frank Zappa: Vizi privati, pubbliche virtù (da Gong 1976, riveduto)
Brian Eno e la strategia obliqua: Art Décu / tecnica dell'indifferenza
Tossicologia delle spezie da cucina:
L'erba Floyd
Wish You Were Here
Tre variazioni sul punk:
Jimmy Carter Rock and Roll
Riccardo Inferno e la sua banda di drughi
Garages e cantine americane nella seconda metà degli anni '60
Quaderni di illusionismo:
Un album di Crosby Stills Nash & Young: California Poker (Gong Nov. 1975)
Un'intervista impossibile: Bob Dylan al manicomio criminale di Huntsville, TX
Una recensione improbabile: I Beatles a Helgoland
Due ex-voto:
Note su John Faye: L'insidiosa modestia della corazza
Corto maltese & His Penguin Café
Con immagini in b/n.
Copertina Studio Lapis, Milano.
Formato 20x14 cm.
Non sono quasi mai stato d'accordo con Riccardo Bertoncelli. Ho sempre trovato le sue recensioni, e in generale tutti i suoi scritti di musica, troppo eccessivi e quasi antipatici. Ho sempre ritenuto che denotasse in ogni riga la sua voglia di essere protagonista, di superare l'Album o l'Artista in questione, di porgessi al centro della scena ...
RispondiEliminaChi scrive di musica, a mio avviso, dovrebbe farlo in maniera differente.
Però gli riconosco una linearità intellettuale che ha pochi riscontri nel giornalismo moderno, musicale e non, e questo libro è una perfetta sintesi di tutto questo.
Un libro che racconta storie di musica e di musicisti, ma nel quale il vero protagonista finisce per essere l'Autore